A testimonianza della lungimirante tradizione imprenditoriale che contraddistingue gli abitanti di Fara San Martino, chi visita il borgo non può non chiedere a Barbara di raccontare loro dei lanifici.
Una lungimiranza messa in evidenza da un territorio molto difficile da cui i faresi hanno sempre saputo tirar fuori il meglio. Un merito in assoluto va dato, per la morfologia del territorio di questa piccola valle rocciosa, alla più importante delle risorse naturali: l'acqua del fiume Verde, la grande ricchezza energetica della comunità. Il fiume, limpido e dalla placida corrente, che si restringe scivolando in una serie di rapide veloci, per poi tuffarsi in un susseguirsi di cascate fragorose e potenti, per molti anni ha messo in movimento le gualchiere che trasformavano il suo movimento in forza lavoro.
Il ruolo chiave che ha avuto l'acqua, infatti, è testimoniato dalle attività produttive di questo paese che all'originaria attività della pastorizia ha visto crescere, a partire dalla fine del 1700, quella dei lanifici che si occupavano di cardatura e di tintura della lana. Negli storici lanifici Cipolla, Verna, Tavani e Di Cecco, la lana veniva lavorata per creare tessuti e coperte impreziositi da disegni floreali e figure che riconducono all'arte figurativa longobarda.
La testimonianza delle maestranze a lavoro nei lanifici è proprio la gualchiera, nel Museo delle Tradizioni Faresi e di origine medievale, dove i tessuti in lana venivano lavorati per essere resi consistenti, impermeabili e morbidi al tatto.
La fabbricazione dei pannilana era molto diffusa; in Abruzzo si faceva tutto a mano, dalla filatura con la rocca alla tessitura, alla tinteggiatura che si otteneva con coloranti estratti da piante locali. Nei primi del novecento a Fara San Martino troviamo ben nove piccole ma importanti fabbriche di pannilana: Ercole Alleva e l'industria con tintoria, Pietro Di Ippolito, Angelo Grossi, Valente Palmantonio e i Fratelli Tavani, tutte con filatura e tessitura cardata. E ancora, con attività risalente agli inizi dell'ottocento, c'era il Lanificio Giustino Cipolla che esportava i manufatti, filati, coperte, tappeti, flanelle verso il Regno delle due Sicilie.
Una visita alla gualchiera Orsatti vuol dire ripercorrere la tradizione dei lanai faresi!