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    Abbazia di San Martino in Valle

  • Passeggiando tra le rocce del Vallone, dove tutto ricorda la presenza di popoli vissuti migliaia di anni fa in questi luoghi, ci si accorge di quanto la natura e la storia riescano a portarci indietro nel tempo, addirittura fino all’832, anno a cui si fa risalire l’abbazia di San Martino in Valle. In questo posto magico storia, arte e architettura si mescolano alla perfezione come a restituire un vero e proprio museo a cielo aperto per cui il Vallone di Santo Spirito e le Gole di San Martino sono la cornice perfetta.

    La storia dell’antico monastero di San Martino in Valle è quasi tutta ancora da scrivere; certo è che le prime notizie storiche conosciute si intrecciano con quelle di un altro centro benedettino: l’Abbazia di Montecassino. Nel XII secolo le proprietà monasteriali passarono sotto le locali autorità vescovili, così come San Martino in Valle che divenne dominio del vescovo di Chieti. Altra data certa è quella del 1100 quando il monastero iniziò a svuotarsi pian piano di vita e di operosità per tornare in balia delle forze della natura. Con l’alluvione del 1819, che colpì l’intera vallata, si arriva alla definitiva scomparsa di questo luogo di culto che venne ricoperto completamente. Bisogna aspettare il 1891 per i primi scavi archeologici fino ad arrivare al più recente intervento iniziato nel 2005 e conclusosi nel 2009 che lo ha finalmente riportato alla luce.

    Ci piace pensare che, secondo antiche leggende, il monastero sarebbe stato fondato dallo stesso San Benedetto e che, secondo alcuni, sorga sulle ceneri dell'antico cenobio di San Martino Eremita, ma certo è che divenne un luogo di rifugio e spiritualità per monaci ed eremiti.

    L'Abbazia ha subito dal IX al XVIII secolo diversi rifacimenti. Ad oggi sono visibili i resti del cancello di accesso e un cortile interno dal quale si accede ad un portico che in origine doveva essere a tre arcate sorrette da quattro colonne. Il campanile a vela, ristrutturato nel Settecento, è sul lato nord del portico, mentre il portale della chiesa è del XIII sec. Diviso in tre navate dalla planimetria irregolare, l’interno ha la pavimentazione a lastre di pietra nella zona presbiteriale, dove si trovano anche dei sedili in muratura che dovevano formare il coro. Dalla navata centrale si passa a quella settentrionale attraverso un muro a tre arcate sul quale sono presenti tracce di affreschi. Da questo lato si accede all’ambiente più antico della chiesa, interamente scavato nella roccia, dove sono conservate due colonnine datate 1411.

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